Il Congresso di Berlino, anno 1878

Il Congresso di Berlino ebbe luogo nella capitale tedesca nei giorni che andarono dal 13 giugno al 13 luglio dell’anno 1878, presso il Palazzo della Cancelleria nella Wilhelmstraße, una delle vie dello shopping più famose della Germania. Durò un intero mese, tra numerose riunioni di commissioni, feste e banchetti e dopo venti sessioni plenarie.

Congresso di Berlino: il primo giorno

Il primo giorno il Cancelliere tedesco Otto von Bismarck venne eletto Presidente del Congresso su proposta del delegato austriaco Gyula Andrà¡ssy. A promuoverlo fu l’Austria, che lo propose alle altre potenze europee con lo scopo di rettificare il Trattato di Pace di Santo Stefano con cui la Russia, dopo aver sconfitto la Turchia nella Guerra russo-turca del 1877-1978, aveva accresciuto il proprio potere nei Balcani.

La divisione dei territori

La destinazione dei territori turchi alle nazioni europee stabilita in precedenza con il Trattato di Pace di Santo Stefano fu dunque rettificata con il Congresso di Berlino e i successi russi vennero ridimensionati: Romania, Serbia, Montenegro e Bulgaria restarono indipendenti, la Bosnia-Erzegovina venne affidata all’Austria, Cipro passò nelle mani della Gran Bretagna e la Russia dovette accontentarsi della Bessarabia.

Questi nuovi negoziati furono poco graditi ai russi e incrinarono le relazioni tra i membri della Lega dei tre imperatori, l’accordo politico siglato nel 1873 tra Germania, Austria-Ungheria e Russia. Altro episodio spartiacque fu la Conferenza di Berlino del 1884-1885, anche detta Conferenza dell’Africa Occidentale o Conferenza sul Congo.

La Conferenza di Berlino fu voluta dalla Germania per organizzare in modo regolamentato le numerose iniziative europee nella zona.

Bismark invitò Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Spagna e Stati Uniti con l’ipotetico scopo di tracciare le linee per regolare il commercio europeo nel centro-ovest africano, nell’area dei fiumi Congo e Niger.

L’intenzione iniziale, però, sfociò presto in un bisogno di consolidamento delle sfere di influenza che portò le potenze europee a proclamare propri possedimenti all’interno del territorio occupato. Negli atti ufficiali, infatti, Bismark si limitò a sancire un insieme di regole commerciali e umanitarie, alludendo alla colonizzazione solo in relazione alla zona costiera.

La corsa all’Africa: l’Africa Orientale Tedesca

Nei fatti, invece, dominò la regola per cui una potenza con possedimenti sulla costa aveva il diritto all’entroterra limitrofo. La Germania ottenne così il Camerun e un protettorato su quella che poi divenne l’Africa Orientale Tedesca.

Le altre nazioni, specialmente Francia e Gran Bretagna, lottarono per la conquista di nuovi spazi del continente africano. Ciò portò alla cosiddetta “corsa all’Africa”, nota in inglese con il termine scramble for Africa, un proliferare di rivendicazioni degli stati europei sulla terra africana, una vera e propria spartizione dell’Africa durata dal 1880 alla Prima Guerra Mondiale.

All’interno di questo quadro storico l’Italia non giocò un ruolo importante. Già  prima del Congresso di Berlino la nostra nazione aveva sperato di ottenere l’annessione del Trentino con l’occupazione austriaca della Bosnia. Ciò però non avvenne e lo stato italiano tornò a casa senza risultati, finchè nel 1882 si legò a Bismark con la Triplice Alleanza, il patto militare stipulato a Vienna tra Regno d’Italia, Germania e Austria per contrastare soprattutto l’avanzata francese.

L’Europa dopo il Congresso di Berlino cambiò e portò a quella corsa all’Africa e quell’inasprirsi dei rapporti tra le grandi potenze che furono tra le cause dello scoppio del Primo Conflitto Mondiale.