Bebelplatz

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Bebelplatz e il rogo dei libri

Costruita nel 1740 sotto la spinta degli Illuministi Prussiani, la Bebelplatz non solo è una delle piazze più belle di Berlino, ma è anche la piazza che deve il suo nome al co-fondatore del partito social-democratico, August Bebel.

Il Forum Fredericianum, com’era anche conosciuta ai tempi di Federico il Grande, per la sua architettura si era ispirato all’urbanismo classico dell’antica Roma ed era stato edificato con l’intento di farlo diventare un centro di creazione artistica e intellettuale.

Purtroppo le notevoli spese legate alla guerra franco-prussiana impedirono la realizzazione di questo progetto.

Il rogo dei libri

La Bebelplatz è meglio conosciuta per essere stata scelta come luogo per il primo rogo dei libri, organizzato il 10 Maggio 1933 dai membri delle SA e dai gruppi dei giovani nazisti su istigazione del ministro della propaganda nazista, Joseph Goebbels.

Quel giorno gli studenti bruciarono più di 20mila libri “non tedeschi” presi a forza dalle biblioteche e dalle librerie.

Gli studenti organizzarono una catena per gettare i libri nelle fiamme, mentre uno di loro declamava i nomi degli autori che venivano bruciati.

Oltre a quelle di Karl Marx, che per ironia della storia aveva studiato proprio nell’ateneo situato vicino alla piazza (l’Università Humboldt), vennero bruciate anche le opere di Sigmund Freud, Bertolt Brecht e Heinrich Mann.

A mezzanotte Goebbels, mentre i roghi continuavano ad ardere, giunse sul posto e pronunciò un discorso sulla venuta di un mondo nuovo.

Questo avvenimento oggi viene ricordato in modo simbolico da un memoriale chiamato la biblioteca inghiottita (Versunkene Bibliothek) di Mischa Ullmann, una biblioteca sotterranea di cinquanta metri quadrati con gli scaffali lasciati volontariamente vuoti che si possono vedere dietro un pannello in vetro, e un verso inciso di Heinrich Heine che recita “Là dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.”